Francesco, il mio figlio più grande, ha superato l'esame d'idoneità di quest’ anno. Cioè quello che per i bambini nel sistema tradizionale rappresenta stare 1600 ore (200 giorni obbligatori x 8 ore) seduti o in piedi davanti ad un adulto. Non è che per Francesco sia stato più facile: 270 ore in treno o macchina per trovarsi con i suoi amici d’avventura, giornate lunghe caratterizzate da ore di treno, dal giocare/imparare fuori con freddo, pioggia o caldo, dal tornare a casa e subito dopo andare all'allenamento di calcio o la lezione di musica. Potremmo dire come fanno tutti i bambini, a volte con troppe attività, ma Francesco ha potuto sempre scegliere le attivitá da fare e se partecipare o meno. Anzi, se qualche volta non è voluto andare, semplicemente non è andato, (ma credo che sia stata un volta o due in tutto l’anno).
Cosa mi ha spinto a scrivere? Un ricordo...
Un anno e mezzo fa ci trovavamo nello stesso luogo dove si è svolto l'esame, faceva freddo e pioveva eravamo appena usciti dell'ennesimo colloquio in una "scuola" per definire il posto dove Fran avrebbe dovuto iniziare il suo percorso formativo, mi ricordo specialmente tutta la sensazione di incertezza e direi anche l'apprensione di quel periodo. Abbiamo girato per diverse scuole: private, pubbliche, di educazione parentale, ogni fine settimana c'era un open day a cui partecipare, ma nessuna scuola o posto ci convinceva. Ma quel giorno di un anno e mezzo fa abbiamo intuito una cosa essenziale: la scuola tradizionale non era per noi… poco tempo dopo con i tempi di scadenza a ridosso abbiamo rischiato e ci siamo imbattuti nell’Associazione Fuori dalla Scuola, dove nasceva anche per nostro figlio il progetto 6+ "Calamite". Il giorno dell’esame il cerchio si è chiuso nello stesso posto dove abbiamo iniziato a capire la nostra corrispondenza con un’educazione “sensibile” al bambino.
Dicevo ha superato l'esame d’idoneità … non contano i voti, non c’è stata una preparazione finalizzata al superamento dell’esame, è stato un momento in più di questo anno che, come dicevo, è stato un’avventura, si è seduto con i suoi amici a parlare delle cose che ha fatto durante l’anno, all’inizio ha avuto un momento di difficoltà: parlare con una persona che non aveva mai visto, ma un paio di minuti dopo, è stata questa stessa persona a dover fermare i bambini.
Perché vi racconto questo fatto ... l’esame di idoneità è solo una formalità, un paio di anni fa non era neanche necessario, il risultato non avrebbe cambiato la certezza del cammino educativo che abbiamo iniziato. Il motivo è: che ho fatto e faccio esperienza ogni giorno del valore che è per lui e per noi genitori e direi anche per tutti: per la società, il mondo. Si tratta semplicemente di scoprire tuo figlio ed i suoi amici per il semplice fatto che sono persone uniche ed irripetibili, con le proprie soluzioni originali nel modo di affrontare i problemi, nelle domande profonde e anche nei conflitti… lontano da qualsiasi indottrinamento velato che ha caratterizzato l’ educazione tradizione in tutta la sua storia e molto in voga negli ultimi anni.
L’ evidenza che ho tra le mani è che Francesco è ogni giorno più Francesco, i suoi amici sono ogni volta più loro stessi, non perché io sappia cosa sarà della loro vita ma questa originalità, questa vitalità inaspettata, non calcolata, mi fa dire insieme a Montale che “Un imprevisto è la sola speranza”.
Per concludere, mi viene in mente questa citazione: «Niente è tanto incomprensibile, quanto la risposta a una domanda che non ci si pone»(Reinhold Niebuhr): la differenza principale come metodo tra il percorso che ha fatto mio figlio (curriculum emergente centrato sui suoi interessi) e il sistema formale è: le 1600 ore all’anno sono organizzate sicuramente con contenuti molto profondi e accurati, ma sono risposte a domande mai nate dai bambini e, pertanto, non assecondano la loro curiosità, anzi in alcuni casi, dopo gli anni scolastici, la annientano; questo a mio avviso mina lo strumento principale con il quale ogni persona viene al mondo, lo stupore per il reale, la voglia instancabile di conoscere. Perciò, per Francesco non ci sono fine settimana o vacanze ogni momento, 24/7, 365 giorni all’anno è il momento ideale per imparare.
// Non insegnate ai bambini / ma coltivate voi stessi il cuore e la mente / stategli sempre vicini / date fiducia all'amore il resto è niente. // (Gaber)
By Ariel Rosatti